2013 | Bio-S | Forte dei Marmi

BIO-S
Scultura Organica
A Cura di Francesco Mutti

È un caso unico e incredibilmente stimolante che una struttura lontana dalle rotte commerciali che, al giorno d’oggi, l’Arte e i suoi protagonisti principalmente seguono possa diventare parte integrante del processo creativo. E scardinare certe antiquate considerazioni sulla effettiva nobiltà dei luoghi destinati all’Arte più celebrata. L’Hotel Principe di Forte dei Marmi ha avuto questo coraggio. Una struttura all’avanguardia, una misuratissima ricerca formale, uno stile che recupera dal passato alcune delle sue riconoscibili qualità: con intuizione e lungimiranza, l’Hotel Principe ha seguito il richiamo di una luce entusiasmante e misteriosa, credendo che, adesso più che mai, contenuto e contenitore, apparenza e sostanza, debbano assolutamente dialogare tra loro.

BIO-S: Scultura Organica ha queste solide basi. Ed è stata concepita da tale idea: quella di una struttura vivente. E di conseguenza quella di una scultura vivente, organica, in continua mutazione, naturalmente concepita secondo una evoluzione che possa andare al di là della materia stessa: universi unicellulari o pluricellulari che possano rispondere alla primigenia esigenza dell’auto-sostentamento; organismi concettuali strutturati attraverso differenti processi costruttivi e de-costruttivi che riescano a trarre spunto e ispirazione dalla Natura stessa, nei suoi inviolabili atti di riconfigurare l’universo ogni qual volta ne senta il bisogno. L’Arte in tutto ciò si fa interprete privilegiata: con BIO-S Scultura Organica, gli scultori Sandro del Pistoia e Kenji Takahashi diventano loro stessi contenuto e contenitore, membrana e nucleo di un concetto artistico legato indissolubilmente al contemporaneo. Puntando la loro attenzione alla grandezza del microcosmo, trasformano l’inerte materia (legno, metallo per l’italiano; marmo, plastica per il giapponese) in sostanza pulsante.

Sandro del Pistoia, forse uno dei giovani scultori contemporanei italiani più sensibili, costruisce le sue strutture modulandole mediante cellule organiche esagonali, combinate in composti potenzialmente infiniti che raggiungono un equilibrio formale attraverso la tensione controllata degli elementi. Cerniere e giunti plastici di nuovissima concezione trattengono le forze in gioco e individuano, racchiudendolo, uno spazio vitale materico ed aereo allo stesso tempo, generato dalla combinazione razionale degli elementi.
La sensibilità molecolare dello scultore giapponese Kenji Takahashi trova invece nell’idea stessa di essenza la sua più geniale connotazione: la materia, privata delle sue qualità principali di massa effettiva e volume effettivo, viene de-costruita e ricostruita secondo un processo logico ristrutturante, teso al recupero della sintesi precedente – o alla individuazione di protoesseri neo concepiti – mediante la riparazione del frazionamento seguito alla de-strutturazione deflagrante. Il momento della creazione si dilata nelle varie fasi come naturale traslazione del concetto vitale e biologico di evoluzione: e anche là dove l’artista proceda a una distruzione della materia in realtà egli fornisce la spinta per il nuovo che verrà.

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